Sant'Alfredo Aglietti veglia su questo blog, amen.
giovedì 28 dicembre 2006
mercoledì 27 dicembre 2006
Requiem for Arezzo (?)
Secondo me non abbiamo ben afferrato la situazione. Quando arriverà luglio ce ne renderemo conto. Ora probabilmente ognuno pensa alle sue, forse sperando in un miracolo, che tanto per essere chiari non ci sarà.
Si, ci siamo fatti ufficialmente depredare dell’unico evento colorato di una città grigia.
Parlo al plurale perché personalmente credo che AR Wave appartenesse a tutti, o per lo meno a chi ci credeva sul serio. A chi credeva nella musica gratuita, a chi credeva in suoni non ancora mtvizzati, a chi era curioso di conoscere nuove realtà, a chi era lì non sono per fumarsi 80 schioppi in maratona.
Parlo al plurale perché forse siamo tutti colpevoli.
Da una parte siamo giustificati da uno scenario confuso. A partire dal servizio delle Iene, che francamente ho trovato pessimo, è partita una serie di dichiarazioni-smentite-retroscena-gossip parziali, nel senso che molte cose, forse le più importanti, le sanno solo le parti coinvolte.
Parlo al plurale perché LI l’abbiamo presa un po’ tutti: città, cittadini, musicofili etc…
Della serie “Come può essere l’inferno peggio di così?” lo scenario non è ancora completo. L’unico locale aretino con musica “alternativa” dal vivo sta per chiudere. Qui sarebbe un po’ ipocrita piangersi addosso: in fondo nessuno ne ha mai avuto una buona opinione. Dall’altra parte della barricata però i vari “clubs” sono sempre stracolmi, nonostante le file, i 18euri di ingresso, la musica-non musica. Sia chiaro, ognuno ha i suoi gusti. E probabilmente sarebbe ancora più strano vedere folle oceaniche a un concerto blues…
La mia vuole solo essere una personale analisi della movida aretina, non voglio giudicare nessuno. Ma so che non sono l’unico a pensare queste cose. Possibile che nessuno abbia voglia investire in gente fantastica come noi?? J Hanno ricavato la penicillina dalla muffa, tireranno fuori qualcosa anche dai giovani aretini! (ops, rubata...)
martedì 26 dicembre 2006
Liverpool calling - propagandhi 17/12
Ebbene si, la mattata è stata fatta. Accompagnato dal fedele Banèz, reinventantosi punk rocker per l’occasione, ce ne siamo andati a Liverpool. Al grido di “a Messina a Messina solo lo stretto” e “Moira Orfei Moira Orfei non capisce niente” siamo giunti nella piovosa città industriale verso le 11. La prima tappa, da amanti del football quali siamo, è l’Anfield Road. Chiaramente non riusciamo ad entrare dentro, allora giù a testa bassa dentro al negozio col materiale ufficiale. Negozio o ipercoop? Roba da pazzi: bambini, mamme, nonni, piccoli hooligans, grandi-abnormi hooligans, tutti dentro a comprare di tutto e anche di più. Al di là dell’aspetto consumistico, niente da dire sull’attaccamento della città alla squadra. Per il pomeriggio scorrazziamo su e giù per il triste-grigio centro della città. A risollevare la situazione ci pensa una simpatica pioggerellina e un vento polare...
Veniamo al concerto: dopo 3 gruppi spalla, ai quali abbiamo preferito un simpatico divano, verso le 9:30 salgono sul palco i “beniamini” Propagandhi. Aprono con “a speculative fiction”, per incendiare il Barfly subito dopo con “fuck the border”: Rod(il bassista) era davvero carichissimo! Non direi la stessa cosa invece di Chris(cantante-chitarrista) e del secondo chitarrista, faccia mai vista, probabilmente solo un turnista. L’ultimo disco –Potemkin city limits- suonato praticamente tutto; personalmente mi ha fatto piacere che abbiano fatto diversi pezzi vecchi, tra cui “refusing to be a man”, “less talk more rock”, “haillie sellasse up your ass” , “i was a pre-teen mcCharthist” etc… Nota di merito: davvero metallosa e coinvolgente “back to the motor league”.
Alle 11:30 finisce l’ambaradan, ci dirigiamo quindi verso l’aeroporto non prima di aver constatato quanto la domenica sera ci siano un sacco di gggiovanissime liverpooliane in giro, a conferma del principio “andiamo noi, arrivano loro”.
Un cordialissimo “andate a lavurà” a tutti gli addetti del servizio cibarie della città! Mai mangiati dei panini cosi merdosi…
Good night and good luck
"Quello che sto per dire a molti non piacerà. Quando il discorso sarà terminato, alcune persone potranno accusare questo reporter di sputare nel piatto in cui mangia, e la vostra organizzazione potrà essere accusata di aver dato ospitalità ad idee eretiche ed addirittura pericolose. Ma la struttura articolata di network, agenzie di pubblicità e sponsor non subirà scossoni, né sarà alterata.
È mio desiderio e mio dovere parlare apertamente a tutti voi di ciò che sta accadendo alla radio e alla televisione, e se quello che dico è irresponsabile, allora io solo sono da ritenere responsabile.
La nostra storia sarà quella che noi vogliamo che sia. E se tra 50 o 100 anni degli storici vedranno le registrazioni settimanali di tutti e tre i nostri network, si ritroveranno di fronte a immagini in bianco e nero, o a colori, prova della decadenza, della vacuità e dell'isolamento dalla realtà del mondo in cui viviamo.
Al momento attuale siamo tutti grassi, benestanti, compiaciuti e compiacenti. C'è un'allergia insita in noi alle notizie spiacevoli e disturbanti, e i nostri mass media riflettono questa tendenza. Ma se non decidiamo di scrollarci di dosso l'abbondanza, non riconosciamo che la televisione soprattutto viene utilizzata per distrarci, ingannarci, divertirci ed isolarci, chi la finanzia, chi la guarda e chi ci lavora si renderà conto di questa realtà quando oramai sarà troppo tardi per rimediare.
Se continueremo così, la storia prima o poi si vendicherà, e il castigo non impiegherà molto ad arrivare.
Una volta tanto elogiamo l'importanza delle idee e dell'informazione. Sognamo anche che una qualche domenica sera lo spazio occupato normalmente da Ed Sullivan sia occupato da un'attento sondaggio sullo stato dell'istruzione in America, e che una o due settimane dopo lo spazio occupato normalmente da Steve Allen sia dedicato ad uno studio approfondito della politica americana in Medio Oriente. Forse l'immagine dei rispettivi sponsor ne risulterebbe danneggiata? Forse i loro azionisti si infurierebbero e si lamenterebbero? Che cosa potrebbe succedere, oltre al fatto che qualche milione di persone sarebbe più informato su argomenti che possono determinare il futuro di questo paese e di conseguenza anche il futuro di queste aziende?
A coloro che dicono “la gente non starebbe a guardare, non sarebbe interessata, è troppo compiaciuta, indifferente e isolata”, io posso solo rispondere: “ci sono, secondo la mia opinione, delle prove inconfutabili contro questa tesi”. Ma anche se avessero ragione, cosa avrebbero da perdere? Perché se avessero ragione e questo strumento non servisse a nulla se non a intrattenere, divertire e isolare, i suoi effetti positivi si starebbero dissolvendo e presto la nostra battaglia sarebbe perduta.
Questo strumento può insegnare, può illuminare, si, può anche essere fonte di ispirazione. Ma può farlo solo ed esclusivamente se l'essere umano deciderà di utilizzarlo per questi scopi. Altrimenti non è che un'ammasso di fili elettrici e valvole in una scatola.
Good night. And, good luck… "
- Edward R. Murrow -
We can speak louder than ignorance
Contrariamente a molti suoi coetanei è scampato all’ondata dei temibili ‘Parrucca’, tutti lacca,fashion style e Strokes come se piovesse. ‘Where the humans eat’ è una piccola perla di cantautorato folkeggiante, che strizza l’occhio a Bob Dilan e a Johnny Cash. Il nostro amico Willy canta e suona come un navigato bluesman, e nonostante il disco sia abbastanza monocorde non suona mai scontato né ripetitivo. Restiamo in attesa di una positiva riconferma(STOP).
‘Where the Humans Eat’
Virgin/emi (2005)
Sito ufficiale: www.willy-mason.com
Libidine - doppia libidine
Giappone: un gruppo crescente di donne sono afflitte da una “malattia” che provoca loro molteplici orgasmi inaspettati nell’arco della giornata. PSAS, ovvero persistent sexual arousal sindrome(per i non anglofili “persistente eccitazione sessuale”) è il nome di questa curiosa epidemia, che colpisce soprattutto dai 40 in su, in particolare le donne in menopausa. Il record attuale pare sia stato di 300 orgasmi in un giorno, roba da impallidire…
Per chi avesse voglia di leggersi tutto l’articolo (in inglese) allego il link:
http://mdn.mainichi-msn.co.jp/waiwai/archive/news/2006/11/20061115p2g00m0dm040000c.html
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori
Questa voglia – o insensata psicosi- di comunicare pare stia prendendo sempre più piede, specie tra i cybernauti più gggiovani e gggiovanili. E allora perché non farsi avanti? Riempiamo questo benedetto etere di disinformazioni, quasi-emozioni e musica abbastanza ribelle.
Vi(ma voi chi??) starete chiedendo: “Ma se questo ce l’ha tanto con i blog, perché ca*@o ne ha aperto uno??” Perché volevo anche io dare il mio contributo ad occupare megabyte, cercando di metterci un poco di mio e magari spiluzzicando frammenti interessanti qua e la da gente molto più arguta di me. Esattamente come il titolo di questo primo post, una piccola perla molto DIY firmata De Andrè. W la coerenza!